Per un secolo dire Legnano ha significato dire Tosi, Cantoni, Bernocchi, Manifattura, Dell’Acqua. Voleva dire lavoro, sviluppo, crescita economica; ma anche servizi ricreativi, assistenziali e scolastici: asilo nido, cassa mutua, case convenzionate, scuole professionali, strutture sanitarie e per il tempo libero; insomma, la quintessenza del paternalismo industriale “dalla culla alla tomba“, per dirla alla Beveridge.

Un paradiso in terra? Per qualcuno forse si, anche se è difficile immaginare che fosse di questa opinione l’operaio ventiduenne Giacomo Garuzzi che nel 1898 assassinò Franco Tosi. Ma al di là degli esiti estremi (che peraltro, occorre dirlo, furono isolati), lo sviluppo industriale e tutto ciò che comportò per tutto l’800 e buona parte del ‘900 fu anche un formidabile strumento di controllo sociale e di azzeramento di ogni forma di dialettica politica, sociale ed istituzionale, che di fatto assoggettò il futuro della città e del territorio alle prioritarie necessità delle industrie. Che però oggi non ci sono più.

La fortuna di questi colossi industriali, che nel giro di poco meno di cent’anni hanno navigato avventurosamente tra le favolose fortune di inizio ‘900 alla disarticolata dissoluzione alle soglie del nuovo millennio, ha plasmato la città in un connubio organico che rappresenta un unicum nella storia dell’industrializzazione italiana. Il loro retaggio è un complesso groviglio di nodi problematici sempre in bilico tra opportunità di rinascita e  memorie ingombranti di difficile interpretazione.

Per comprendere meglio cosa è Legnano oggi è possibile affidarsi ai ricordi personali o collettivi – ma sempre più di rado, per ovvie ragioni anagrafiche, si leggono per strada epitaffi funebri con l’orgogliosa dicitura “Pensionato Tosi” sotto il nome del caro estinto – ma anche alle immagini, al ricco apparato fotografico raccolto in collezioni private e alla storia raccontata dalle carte di archivio, da cui si può cogliere più di uno spunto di riflessione.

Ecco qui di seguito un excursus a cura di Patrizia Dellavedova sulla storia di alcune aziende che hanno determinato lo sviluppo economico, sociale ed urbanistico della città di Legnano.

Giampiero Amoroso